La severità e la probabilità di essere vittima di disfunzione erettile crescono, per l’uomo, al crescere dell’età: si accavallano fattori determinanti, tra i quali il più incisivo sembra essere il peggioramento della circolazione non solo per cause esterne quali tabagismo o errato regime alimentare, ma anche per fattori del tutto “fisiologici” legati all’invecchiamento.
Molti medici specialisti sono però giunti alle stesse conclusioni dopo studi indipendenti in materia che hanno ventilato anche l’influenza della muscolatura liscia involontaria che inizia a non essere reattiva come in età più giovane, ma soprattutto il deterioramento – anch’esso connesso con il generale processo di invecchiamento – della trasmissione dei segnali e degli impulsi nervosi.
Quale sia la reale causa è, per un paziente, di scarsa rilevanza rispetto alla sensazione di estremo disagio fisico e frustrazione mentale che si trova ad affrontare. Una défaillance sotto le lenzuola fa scattare la domanda “come posso evitarlo in futuro” molto prima di “perché mi sta capitando?”, ma a volte l’imbarazzo è talmente elevato da far trascurare l’opportunità di rivolgersi ad un medico specialista.
L’importanza di rivolgersi ad un urologo e andrologo specialista
Per questo nostro approfondimento su un tema così delicato abbiamo quindi voluto rivolgerci a chi fosse del mestiere per avere delle risposte certe ma anche delle rassicurazioni. Si tratta del Dottor Aldo Maffucci, specialista in andrologia ed urologia a Napoli, il quale ha soddisfatto molte delle nostre perplessità su un argomento così spinoso spiegandoci anche il giusto equilibrio che riesce ad ottenere durante un consulto tra la sua posizione di specialista urologo e andrologo ed un ruolo molto affine a quello di uno psicologo.
Un simile atteggiamento rilassa il paziente, lo fa sentire a proprio agio spingendolo a descrivere il disagio ma soprattutto l’effettiva dinamica del disturbo, ed in più tale raccolta di dati anamnestici è fondamentale affinché medico e paziente possano intraprendere il percorso risolutivo più appropriato al caso in questione, con le numerose opzioni offerte dai progressi della medicina ed anche della tecnologia.
I possibili rimedi per la disfunzione erettile
Per stabilire il più corretto approccio terapeutico ed i rimedi più adeguati, dunque, il problema della disfunzione erettile va affrontato in maniera serena e circostanziata per individuare se la sua natura è organica oppure psicologica, perché a ciascuna corrisponde una strada più indicata.
Un deficit erettile di tipo organico necessiterà di un intervento più invasivo in quanto non può rispondere ad una terapia farmacologica; quest’ultima si rivelerà invece soddisfacente in tutti gli altri casi, la cui serietà può essere distribuita su una tale scala di valori da poter essere risolta a seconda dello stadio sia con ritrovati naturali che chimici.
La terapia farmacologica per la disfunzione erettile
Se un paziente è in età avanzata, soffre di diabete o di altri problemi di natura neurologica o legati alla circolazione, una terapia di tipo farmacologico è inevitabile per risolvere la disfunzione erettile.
Tra i farmaci di prima linea ci sono i cosiddetti inibitori della fosfodiesterasi 5, detti anche PDE-5, che permettono al paziente di rispondere in maniera fisiologica alle stimolazioni ristabilendo una condizione preesistente e inducendo quindi un’erezione naturale e non artificiale. Il meccanismo di azione si basa su un amplificato rilassamento delle cellule muscolari lisce generato dagli effetti dell’ossido nitrico.
Purtroppo in rari casi questi farmaci non risultano efficaci oppure non sono prescrivibili a pazienti che lamentano altre patologie di tipo vascolare come l’ipertensione arteriosa, ed occorre prescrivere dei farmaci di seconda linea la cui assunzione è più invasiva seppur ben tollerata. Previo opportuno addestramento da parte del medico urologo, infatti, si procede con una farmacoterapia intracavernosa o intrauretrale iniettando farmaci a base di prostaglandine che provocano una erezione artificiale dilatando le arterie.
La terapia psicosessuale per la disfunzione erettile
Non c’è ancora totale chiarezza medica su come i fattori psicologici possano scatenare l’insorgere della disfunzione erettile. Di certo particolari condizioni connesse a depressione, ansia o intenso stress di tipo lavorativo hanno una loro influenza, e lo stesso può dirsi anche della cosiddetta ansia da prestazione. Ciò che appare però evidente è la maggiore incidenza di tali fattori in una popolazione dall’età mediamente più bassa, anche intorno ai 30/30 anni.
Un percorso di tipo psico-sessuologico con un professionista attento, discreto e coscienzioso riesce spesso a scavare nei punti giusti individuando le ragioni del fastidio ed analizzando lo stato emotivo del paziente, e per di più tale approccio risulta ancora più efficace se la terapia viene affrontata insieme al partner.
La terapia chirurgica per la disfunzione erettile
Soltanto come ultima risorsa nel caso altri trattamenti abbiano fallito e quando è acclarata la natura organica della disfunzione erettile si ricorre ad un intervento chirurgico con impianto di protesi peniena, vera ultima spiaggia che richiede un’operazione ma che grazie alle più moderne ed affidabili tecniche mediche ormai sviluppate riesce a risolvere anche i casi di deficit erettile più severi.
Sarà solo lo specialista urologo, dopo aver accuratamente se le terapie farmacologiche convenzionali sono state seguite in maniera accurata, a proporre questa soluzione più radicale.
Il ruolo della prevenzione
Non possiamo che concludere con dei consigli di natura generale e che valgono per tutti gli individui di sesso maschile: un uomo attento alla propria salute deve valutare l’eventualità di sottoporsi comunque, da una certa età in poi, ad un periodico consulto urologico ed andrologico.
Controlli regolari possono risultare determinanti nella prevenzione non solo del disturbo erettile, perché prevedono anche esami del sangue quali i valori della glicemia, il profilo lipidico e il livello di testosterone totale, oltre ai controlli relativi alla prostata.
Tali esami associati alla storia clinica del paziente e ad una visita approfondita garantiscono una eventuale prima diagnosi e sono determinanti nell’evitare non solo la disfunzione erettile, ma anche altri inconvenienti inerenti alla sfera urogenitale inclusi i più gravi. Si deve trattare di un appuntamento fisso per chi vuole bene al proprio organismo!